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Serata dedicata al COLLEGIO EINAUDI Incontro con ANDREA FABBRI – Direttore Generale della Fondazione Collegio Universitario Einaudi, ELENA TORRETTA – Responsabile Comunicazione, Fundraising e Relazioni Esterne del Collegio.

Serata dedicata al COLLEGIO EINAUDI Incontro con ANDREA FABBRI – Direttore Generale della Fondazione Collegio Universitario Einaudi, ELENA TORRETTA – Responsabile Comunicazione, Fundraising e Relazioni Esterne del Collegio.

Torino, 14 aprile 2025

L’incontro con la Fondazione Collegio Einaudi (i suoi Dirigenti ed anche un(a) rappresentante degli studenti frequentatori) ha rappresentato non solo l’occasione per “reinverdire“ la conoscenza che parecchi di noi avevano dell’Istituzione, ma anche – e soprattutto –
l’avvicinamento ad un modello educativo (di vita e non solo di studio), basato sul merito (sono 52 i siffatti collegi in Italia, e ben 5, a Torino, fanno capo alla Fondazione) ed anche, soprattutto, sulla responsabilità collettiva, oltre che individuale. Responsabilità che può dirsi ispirata a principi di autoregolazione liberale, ma non libertaria, fondata sulla consapevolezza del “gruppo” oltre che delle persone, indirizzata alla convivenza di ragazzi e ragazze che, anche virtù dei precetti interdisciplinari forniti dall’Istituzione, apprendono il reciproco rispetto e la reciproca fiducia, cercando di trovare nella diversità dei luoghi di provenienza (da ogni Regione d’Italia ed anche dall’estero), ed in
quella dei differenti corsi universitari (umanistici, scientifici, da poco anche artistici) gli elementi che uniscono gli esseri umani e la loro tendenza alla conoscenza.
E’ questo l’insegnamento principale dell’incontro: ben oltre gli aspetti organizzativi, e di necessità quelli di finanziamento (del MIUR e, qui a Torino delle Fondazioni Bancarie, ed anche in parte del nostro club) ma nella prospettiva che può dirsi, per quanto di nostro maggiore interesse, propriamente rotariana: la formazione non apparente, ma radicata nel profondo dell’anima, di esseri consapevoli della loro natura di “animali sociali” (Aristotele dixit) e consapevoli a maggior ragione che nella “socìetas” avviene la realizzazione di ognuno, nel rispetto proprio, altrui e dell’ambiente: secondo i dettati di quella che dovrebbe essere una sorta di “religione naturale”